Intervento di Musicoterapia in SPDC

Il seguente articolo, elaborazione dell’intervento esposto durante la giornata di studi: “Musica, psiche e processi di cura” svoltasi a Genova nel Maggio del 2008, parte dell’analisi sull’intervento di Musicoterapia che si sta svolgendo presso il reparto Spdc del Dipartimento di Salute mentale dell’ex Asl 3 di Torino (ora Asl 2) situato presso l’Ospedale “Amedeo di Savoia”.

Il periodo preso in analisi è quello che va dal 30 gennaio 2007 al 30 marzo 2008, che ha visto lo svolgersi di 34 sedute a cui hanno partecipato in totale 165 pazienti su i 426 che sono stati ricoverati in struttura.

La riflessione è partita da una semplice domanda: “Ha senso un intervento di musicoterapia gruppale in SPDC, struttura che accoglie pazienti in fase di crisi acuta?

Per rispondere ci siamo lasciati guidare da alcune riflessioni proposte dal Franco Fasolo, già Direttore Dipartimento di Salute Mentale di Padova, che in un seminario svolto per l’Asl invitava a soffermarsi sui seguenti punti:

  • Sebbene i pazienti in crisi siano, per forza di cose, ripiegati su se stessi, essi creano comunque un gruppo all’interno della struttura; gruppo che va utilizzato e valorizzato.

“Gruppo che giace, Gruppo che già c’è”

  • Questo gruppo esiste per un livello di omogeinità fra i pazienti, in esso si riconoscono e si incontrano dandosi visibilità reciproca. Questo incontro va organizzato e strutturato
  • Le sedute di Musicoterapia servono da rimando della lettura del gruppo formatosi e da valorizzazione delle “dissonanze” personali presente in esso e tipiche del ricovero in Spdc

Ovviamente nella formalizzazione degli obiettivi da perseguire in un simile contesto vanno tenute in considerazione le caratteristiche proprie della struttura ospitante.

In modo particolare l’attenzione sarà posta sul fatto che ci troveremo di fronte a una frequente rotazione dei fruitori e sulla situazione che li ha portati all’inserimento, tale per cui l’obiettivo di un lavoro di gruppo con l’utilizzo del parametro sonoro, non sarà tanto finalizzato ad un processo elaborativo dei propri vissuti, quanto ad affiancare e rafforzare, con modalità relazionali, quello “contenitivo” messo in atto dalla struttura.

Sarà dunque importante riuscire a creare una situazione il più possibile rilassata e non costrittiva dove utilizzare tale parametro, in modo da offrire un momento privilegiato per favorire i processi di idealizzazione, valorizzando gli aspetti positivi evocati dall’esecuzione musicale e fornire un’occasione per rafforzare i propri meccanismi di difesa

Modalità d’intervento

Le sedute hanno una cadenza settimanale, il pomeriggio del Martedì, e si svolgono nel salone del reparto che funge da luogo di aggregazione ( utilizzato per la mensa, per la visita parenti, per fumare, etc.)

All’arrivo si cerca di sistemare la stanza affinché possa avere, il più possibile, caratteristiche per essere riconosciuta come sede dello svolgimento della seduta: vengono spostati i tavoli e le sedie lungo il perimetro del muro, viene srotolato un tappeto e su esso collocati gli strumenti.

Prima dell’inizio della seduta si effettua un “Pregruppo”, dove, in coincidenza con il passaggio di consegne per il cambio turno degli infermieri, si raccolgono le informazioni (diagnosi, età, ambulatorio di riferimento e stato del ricovero) dei pazienti ospiti del reparto, sia dalle consegne verbali che dalle cartelle cliniche. I dati raccolti permettono agli operatori di elaborare una strategia di intervento che, in questo caso specifico, non può essere a lungo termine e improntata su un percorso che prevede più incontri, ma deve essere impostata settimanalmente in base ai ricoveri effettuati in struttura.

Segue a questa riunione il giro nelle stanze per invitare gli ospiti a partecipare.

La seduta, che ha una durata molto variabile a secondo della tipologia dei pazienti presente in reparto, ha come caratteristiche principali:

  • Il Gruppo Aperto: per la particolare tipicità della situazione dei pazienti, la seduta si svolge in una stanza con la porta aperta che permette loro di entrare ed uscire dalla seduta in qualsiasi momento. Inoltre la situazione gruppale permette di garantire, anzi richiede, una simultaneità di interventi, caratteristica necessaria alla fase acuta della crisi. (Lecourt)
  • L’Improvvisazione: le sedute sono di tipo improvvisativo per offrire ai pazienti la possibilità di esternare la rappresentazione del proprio mondo interno attraverso la produzione sonora. (Postacchini)
  • La Cogestione: La seduta è gestita da un Terapeuta ed un Coterapeuta, per garantire un’attenzione maggiore alle richieste di ciascun paziente in seduta e per garantire anche attenzione ai pazienti che si avvicinano durante lo svolgimento della seduta. Collabora con i Terapeuti un tirocinante della scuola di Musicoterapia di Torino.

Postgruppo

È il momento del rimando ai medici e agli infermieri del reparto. Nel postgruppo i musicoterapeuti raccontano l’andamento della seduta, la partecipazione dei singoli e il grado del loro coinvolgimento emotivo, integrando la conoscenza dei pazienti già in atto dagli operatori della struttura.

Al termine dell’incontro vengono aggiornate le cartelle cliniche dei pazienti.

Per alcuni pazienti viene valutata la possibilità di essere inseriti, dopo le dimissioni dal reparto, nel gruppo di musicoterapia, gestito dagli stessi musicoterapeuti, nella struttura diurna del dipartimento.

Supervisione

Sono previsti incontri periodici di supervisione per i musicoterapeuti, svolti con uno psichiatra del dipartimento, formatosi in ambito musicoterapico con la metodologia di Benenzon

Punti Critici

Dal lavoro in supervisione e da quello svolto da un’allieva infermiera in preparazione della tesi di diploma della scuola, sono emersi alcuni punti critici del nostro intervento che, nel futuro prossimo, saranno soggetti a maggior analisi attraverso l’elaborazione di strumenti adatti (questionari da somministrare agli operatori della struttura, confronti con altre equipe, organizzazione di seminari, etc…).

In modo particolare vengono messi in evidenza i seguenti punti, come si vede concatenati fra loro:

  • MT in ambiente istituzionale: si porta uno strumento in un ambiente non preposto ad un certo tipo di terapia, soprattutto alle modalità riportate prima.
  • Il reparto è condizionato fortemente dalla tempistica. Il lavoro sul tempo biologico e terapeutico, tipico del nostro intervento, va a scontrarsi con il tempo, necessariamente maggiormente strutturato, dell’istituzione.
  • Come viene vissuto dagli altri operatori, medici ed infermieri, il nostro intervento?
  • Reparto in terapia o terapia in reparto? Cosa succede durante l’intervento? La richiesta di sospendere la normale vita del reparto per far convogliare l’attenzione generale su questo tipo di intervento è particolarmente esosa, priva di realismo e in antitesi con l’intervento attuato in struttura? O ne è il naturale prolungamento?

 

Bibliografia

Blanc C. e Suvini F. (a cura di) – La Musicoterapia attraverso le esperienze – ed. LoGisma
Fasolo F. – Psichiatria senza rete – ed. Cleup
Ferrara C. – Musicoterapia e psichiatria – ed. Il Minotauro
Gasseau M. – Psicoterapia di gruppo nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura – ed. Franco Angeli
Lecourt E. – Analisi di gruppo e musicoterapia – ed. Cittadella
Lecourt E. – La Musicoterapia – ed. Cittadella
Manarolo G. e Borghesi M. (a cura di) – Musica & Terapia – ed. Cosmopolis
Manarolo G.– Manuale di Musicoterapia – ed. Cosmopolis
Messaglia R. – Introduzione alla Musicoterapia – ed. Musica Pratica
Postacchini P.L. (acura di) – Quaderni di musica applicata n°20 “Emozioni e musicoterapia” – PCC
Postacchini P.L., Borghesi M., Ricciotti A. – Lineamenti di Musicoterapia – ed. NIS

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